Consulenza legale a supporto di un atleta sospeso

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Lo studio ha assistito un atleta che ha commesso una violazione delle regole antidoping dopo essere risultato positivo al test per una sostanza c.d. specifica.

Nel corso del procedimento, il procuratore nazionale antidoping ha sostenuto che l’atleta aveva violato intenzionalmente le norme e ha quindi chiesto l’imposizione di un periodo di squalifica di 4 anni secondo la normativa vigente.

A seguito delle argomentazioni difensive avanzati dall’atleta, l’organo giudicante ha ritenuto non intenzionale la condotta dell’atleta e ha quindi limitato a 2 anni il periodo di squalifica.

Di conseguenza, l’atleta, dopo aver scontato il periodo di sospensione, ha potuto riprendere la sua carriera sportiva.